Senza giudizi, qui ed ora…
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Resilienza nei momenti di difficoltà
Il corpo creativo, se ben allenato, ci aiuta nelle situazioni critiche, dove è necessario trovare soluzioni, sviluppare strategie, integrare situazioni difficili.
Il corpo diventa una specie di “Pigmalione” di noi stessi, che scolpisce le nostre abilità.
Si parla tanto di corpi. Corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale, corpo spirituale… ecc. Non nego la presenza di tutte queste espressioni corporee, ma io preferisco partire sempre da quello che esperisco, da quello che sento: il corpo fisico. Non amo andare alla ricerca di quello che, forse, potrebbe esserci. Scelgo consapevolmente la compagnia di quello che c’è, e, in questa relazione, semmai, posso attendere che giunga “qualcosa” dalla parte più profonda, ma sempre del corpo fisico.
Ho appreso questa visione dalla Biodinamica e dall’orientamento Immaginale, che mi hanno aiutata a comprendere anche quello che non è immediatamente comprensibile. Entrambi invitano a stare con il fenomeno, a non contaminare né con l’intenzione né con altro il campo che si crea. E non c’è esperienza più autentica, perché nulla viene forzato, nulla viene intenzionalmente creato, ma tutto quello c’è è lì, per noi, con noi, e desidera mostrarsi per come è, nella forza della relazione.
Ciò di cui mi sono accorta è che questo stare, che potrebbe sembrare fine a se stesso, se osservato dall’esterno, è invece assai dinamico e foriero di spunti… creativi! Per questo parlo di corpo creativo, perché il corpo diventa una specie di “Pigmalione” di noi stessi, che scolpisce le nostre abilità. Il corpo creativo, se ben allenato, ci aiuta nelle situazioni critiche, dove è necessario trovare soluzioni, sviluppare strategie, integrare situazioni difficili.
Come incontriamo il corpo creativo? Intanto, bisogna dire che il corpo creativo esiste sempre, è solo da s-coprire, è come se avesse una coperta addosso, magari un po’ polverosa perché è lì da tanto tempo. Quindi, si parte già da una certezza. Poi, da qui, i percorsi sono davvero tanti. A ciascuno il suo!
Qui ti dico alcuni dei miei, da svolgere nel quotidiano, che possono essere utili per costruire i tuoi, a meno che tu non ne abbia già qualcuno. Non bisogna andare a cercare le soluzioni tanto lontano, sono già tutte qui. Ciò che bisogna fare è renderle disponibili.
– Osservo i colori che mi circondano. Che io sia in mezzo alla natura o all’ufficio postale, i colori che ci sono in quel momento mi stimolano a “qualcosa”. Se c’è del giallo, che rimanda a Mercurio, l’invito, per me, può essere quello di sfruttare di più le mie doti comunicative. Il rosso, invece, di natura marziana, può stimolarmi a rivedere la mia relazione con la mia rabbia, con la mia natura un po’ combattiva.
– Ascolto i suoni/rumori dell’ambiente in cui mi trovo. In mezzo al traffico, nel bosco, in salotto, affino l’orecchio. E’ un fischio? Un canto di uccello? Un fruscio? Un boato? Il suono di un clacson? Tutti questi stimoli, a me, dicono qualcosa. Il fischio, per me, è un richiamo ad un ordine, reale o simbolico. Un fruscio, qualcosa che merita attenzione e riservatezza.
– Assecondo i movimenti del mio corpo. Se posso, e questo significa che sono a casa o comunque in un ambiente opportuno, ascolto cosa vorrebbe fare il mio corpo in quel momento. Ti faccio un esempio pratico. Nel mio studio ho qualche tappeto che uso sia quando faccio i corsi sia quando medito, ma spesso mi piace e mi fa stare bene sedermici sopra e muovermi secondo istruzioni che arrivano dalla mia parte più profonda, senza pormi troppe domande. Non è proprio stretching, è più un’espressione delle forze accumulate nel corpo, che hanno il desiderio di comunicare in modo spontaneo e naturale.
– Guardo e imparo dai miei animali domestici. Due gatti e un cane, tre maestri incredibili. La loro presenza, la loro eleganza, il loro modo di comunicare, sono insegnamenti preziosi, che arrivano soprattutto dalla dimensione del gioco. E’ nel gioco, infatti, che incontriamo le nostre ombre, le integriamo, e ci riorganizziamo. Loro lo fanno perché sentono di farlo, sono mossi da un istinto che noi sopprimiamo per condizionamenti vari. Invece, recuperare questa necessità, anche da adulti, può portare alla scoperta di un tesoro.
Queste quattro semplici pratiche (perché la semplicità è la risorsa più importante e inesauribile), insieme o singolarmente, costruiscono un ponte grazie al quale il corpo creativo ci raggiunge porgendoci le sue infinite soluzioni.
E tu, hai già incontrato il tuo corpo creativo?
A presto,
Cristina Ferina
Il Movimento della Vita
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